In risposta ad un rimprovero che veniva comunemente mosso ai cristiani:
"Mettete in pratica ciò che predicate!"
Federico Ozanam (studente ventenne della Sorbona di Parigi) e un gruppo di suoi compagni, andarono a visitare i poveri nelle loro soffitte, portarono pane, abiti, amicizia e interessamento.
Questo coraggioso gruppetto volle come patrono il santo francese che aveva sensibilizzato il mondo ai problemi sociali: Vincenzo de' Paoli.
Nacque così nel 1833 la Società di San Vincenzo de' Paoli.
La carità è contagiosa: la rapidità con cui questa iniziativa si diffuse, prima in Francia e poi nel mondo, ne è la prova più bella.
Oggi la Società di San Vincenzo de' Paoli è un'organizzazione mondiale che conta oltre 700.000 aderenti in 108 Nazioni.
Facciamo tutto quello che uomini, donne, giovani, vecchi, di ogni razza e condizione sono capaci di fare per aiutare altri uomini che soffrono, soprattutto attraverso un dialogo personale, senza paternalismo e con piena liberà di iniziativa.
Talvolta organizziamo anche opere varie di assistenza sociale.
Ma non c'è necessità che a noi sia estranea: tu puoi portare alla San Vincenzo un contributo di idee e di fantasia che a volte ci manca.
Innanzitutto, essendo più uniti, potremmo non solo supplire alle carenze dei servizi assistenziali ma collaborare perché queste carenze scompaiano.
Il nostro obietivo è di portare l'amore, l'aiuto concreto e la giustizia sociale a chi soffre:
"ero affamato
ero assetato
ero straniero
ero nudo
ero amalato
ero in prigione
e vi siete preoccupati di me".
Nell'anno 1894 fu fondata in Sarzana sotto il nome di "Dame di carità" una associazione di beneficenza allo scopo di soccorrere, secondo la Legge di Gesù Cristo, i poveri della città con particolare riguardo a vecchi, orfani, infermi.
Tale associazione, composta da signore agiate di religione cristiana cattolica, dal 1894 ad ora ha esercitato senza interruzione la sua missione, sovvenendo con buoni di sussidio i poveri, visitandoi gli infermi, ricoverando a proprie spese orfani ed orfane nei pii istituti della città e di fuori, compiendo altre opere di soccorso a seconda delle necessità contingenti.
L'associazione nel corso degli anni si è trasformata in gruppo di volontariato vincenziano, denominazione che tuttora mantiene.
In tempi più recenti, le Figlie della Carità (l'Ordine che gestisce la scuola materna S. Luisa) misero a disposizione dell'associazione dei locali attigui all'asilo e si avviò, tra molte difficoltà, il progetto di organizzare una piccola mensa per i bisognosi della città e per quelli in transito. Avvalendosi della collaborazione volontaria delle socie e di altre persone generose la mensa cominciò a funzionare e si arrivò in quella fase a distribuire circa cinquanta pasti al giorno, tra mattina e sera.
Nell'estate del 2003, poiché era necessario adeguare il servizio a norme di legge, la Curia mise a disposizione alcuni locali in via dei Giardini, facenti parte del palazzo vescovile e nel dicembre dello stesso anno il servizio della mensa venne riattivato con la collaborazione dei volontari del Centro di ascolto Caritas di Sarzana.
Contando sulla generosità di molti e sulla fondamentale partecipazione di volontari il servizio mensa ha raggiunto dimensioni ragguardevoli e vengono distribuiti oltre cento pasti al giorno.
Il metodo Vincenziano della gratuità del bene che va fatto bene, nel rispetto della persona alla quale si vuole riconoscere e restituire dignità è il punto di partenza del nostro agire.
I gruppi di volontariato vincenziano sono un'associazione di laici cattolici volontari. Essa riunisce persone che intendono vivere la solidarietà e la carità cristiana secondo il Vangelo. È apartitica, ha struttura democratica, non persegue fini di lucro ed è membro dell' Association International des Chartés (A.I.C.).
L'associazione ha i seguenti obiettivi: